Luoghi

 

Appunti distratti di viaggio

 

 

 

 

Inizio a conoscere questa località genovese davanti alla chiesa di San Giorgio.

 

 

 

Mi soffermo sull’immagine del santo guerriero sulla facciata; mi attrae soprattutto l’immagine della principessa in preghiera…

 

 

Una stella a otto punte sul sagrato mi ricorda quanto ultimamente mi piacciono i risseu!

 

 

 

Il santuario della Madonna della Guardia mi fa pensare alla prima volta che ci sono entrata. Ormai è passato tanto tempo…

 

 

 

All’interno del santuario cerco di ascoltare il silenzio, nel quale sogno di perdermi.

 

 

Lo stendardo della Madonna della Guardia mi rasserena, come mi succede sempre davanti a questa immagine.

In un altro stendardo, immagino delle “Figlie di Maria”, la Mamma Celeste è circondata da bambine che le offrono dei gigli, vorrei essere una di quelle piccole, con il cuore ricco di speranza.

 

Naturalmente la statua della Vergine del Monte Figogna ha il ruolo di protagonista!

 

 

 

 

Ovviamente non mi perdo gli ex voto!

 

 

Individuo un dipinto che presenta tre piccoli; come vorrei sapere di più della loro storia!

Ecco una bimba, oggetto di grazia, illuminata da un raggio luminoso proveniente dalla patrona di questo santuario.

Un’immagine raffigura un incidente in zona di guerra; sembra di udire urla strazianti delle vittime.

Ecco un bambino caduto da una finestra; la disperazione della madre si insinua nei miei pensieri.

Un altro quadretto mi ricorda la devozione dei parrocchiani dei quartieri genovesi di Marassi e Quezzi che sono stati qui nel luglio del 1946.

 

 

Prima di uscire dal santuario ritorno alla Signora di questo luogo, come presso una madre, visto che oggi ho grande nostalgia della mia che proprio oggi è in Cielo da 10 anni.

 

 

 

 Ecco il punto di Bavari che preferisco! Un’edicola mariana che tento di osservare da vari punti di vista.

 

 

Il volto del bambino mi è familiare; mi ricorda una presenza che ha illuminato la mia vita.

Prima che la vita cambiasse.

 

 

 

 

 

 

 

Fotografie scattate l’8 aprile 2021

 

 

 

 

Cercando piccoli protagonisti nei quadri offerti come ringraziamento per una grazia ricevuta

 

 

Visito, per l’ennesima volta, questa particolare sala al Santuario della Guardia e oggi provo a cercare alcuni bambini immortalati dagli antichi colori.

 

 

Ecco Maria Campanella di anni 11 nel 1890 che, circondata da personaggi in posa, con le mani giunte fissa il pittore in una stanza del suo tempo.

 

Un bambino in una culla, con vicino una mamma disperata… Come vorrei dare una carezza a questo piccolo a cui la Vergine ha concesso di sopravvivere.

 

Un’altra culla, direi di una bimba, miracolata nel 1879. In questa immagine la mamma non mostra disperazione ma è inginocchiata, pregando fiduciosa.

 

In preghiera a mani giunte nel suo lettino un piccolo del 1912 attende la grazia, che poi è arrivata, come raccontano i genitori, Francesco e Caterina.

 

Un bambino addormentato sembra invitarmi a vegliare il suo sonno mentre alcuni personaggi intorno (dei medici?) appaiono preoccupati.

 

 

Una bimba (del 1908) sembra venire sgridata e fatta allontanare da una stanza piena di dolore. Immagino che dopo sia andata altrove a giocare …

 

 

Ecco due figli con mamma e papà, ringraziano perché il capofamiglia, Bartolomeo Parodi, si è salvato “nel terribile disastro avvenuto sulla strada ferrata la sera del 16 agosto 1859”.

 

Che tenerezza la ragazzina che abbraccia il suo papà!

 

 

 

 

Il 31 gennaio 1861 qualcuno, caduto nelle acque del porto, riesce a salvarsi. Anche due piccoli osservano la scena…

 

 

Una vicenda mi coinvolge particolarmente, come succede sempre quando incontro chi potrebbe essere mio parente.

“La mattina del giorno 21 settembre 1924 alle ore 10 il Banchero Emilio da Montoggio mentre lavorava per lo sgombero di una vecchia cascina, improvvisamente si abatteva (1) un pilone di sostegno di circa 20 quintali seppelendolo (2) completamente. Tutti quelli accorsi in suo aiuto credevano di trovarlo schiacciato, ma con loro grande stupore videro che era rimasto miracolosamente incolume”.

Tra gli “accorsi” anche due bambine.

 

 

 

Ho trovato il quadretto che preferisco, datato 1954.

Un ragazzino di spalle davanti a una finestra spalancata a braccia aperte probabilmente sorride all’immagine della Madonna che appare nel cielo.

Mi porto nel cuore il suo sorriso, pur non avendolo visto.

 

 

 

 

 

 

 

 

(1): abatteva: così nel testo.                              

(2):   seppelendolo: così nel testo.

 

 

 

 

http://www.santuarioguardia.it/visita-santuario/ex-voto-e-sala-ceri/

 

 

 

 

(

 

         L’incontro di due donne nella cappella di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe

 

 

 

E’ tempo di restrizioni per il Covid e non si può salire alla famosa sedia: le donne desiderose di gravidanza si limitano a pregare inginocchiate davanti all’effigie della santa.

 

Una ragazza è qui da un po’; come tutti i giorni, da quando ha capito quanto sia difficile realizzare il suo sogno di maternità, anche oggi dedica il tempo che può alla preghiera di richiesta. Ha le mani giunte che ogni tanto coprono il volto trasformato dalle lacrime e dalla disperazione.

Alla sua destra un deposito rosa-azzurro di fiocchi di nascita di varie dimensioni. Alcuni nomi a si leggono facilmente, di altri si scorgono solo alcune lettere nell’allegro groviglio di seta e tulle.

 

Entra una neomamma, felice e trionfante, con un enorme fiocco rosa destinato a far parte del mucchio trasudante gratitudine.

Deposita il suo trofeo con un bel “Julia” ricamato…

 

La giovane inginocchiata si è distratta ad osservare il nuovo tributo di gratitudine alla santa; lo sguardo va poi all’altra donna.

La solidarietà femminile si palesa in quest’antica cappella: la mamma di Julia osserva gli occhi inumiditi di lacrime, a lei ben note, e accarezza il volto e le spalle di chi improvvisamente le è diventata sorella.

La puerpera e la sterile si abbracciano come se la prima volesse infondere nella seconda la capacità di donare la vita.

Poco dopo una torna a casa ad allattare la sua cucciola, l’altra continua la sua preghiera in ogni gesto quotidiano.

 

 

 

Per saperne di più:

 

www.santuariosantamariafrancesca.it/

 

         Osservando l’opera di Gigi Noli con un bambino della Russia Bianca in vacanza

 

 

Siamo qui in una giornata di dicembre fredda e piena di “tuman”, come chiami tu la nebbia nella tua lingua… Vorremmo rifugiarci in una di quelle casette, forse dentro c’è un bel camino acceso con una cioccolata calda pronta per noi….

 

 

 

Guarda l’asinello che gira la macina! Ci ricorda quelli che talvolta abbiamo incontrato su un sentiero o leggendo una favola…

 

 

Ecco il protagonista del presepe: “Khristos malen'kiy”, il piccolo Cristo, come tu chiami Gesù Bambino. Potessimo vivere in un presepe staremmo spesso vicino alla natività, in adorazione come i pastori…

 

 

 

Guarda la scena “In cerca d’alloggio”! Stasera ti leggerò una poesia che amo tanto, proprio dedicata a questo momento di Giuseppe e Maria. Chissà se piacerà anche a te…

 

 

 

“L’Annunciazione”: riconosci a prima vista l’angelo! Tante volte, incontrando in un quadro o in una statua una celeste figura alata la indichi esclamando “angioletto!”.

 

 

 

 

Qualcosa di molto interessante! Un carretto carico come certi mezzi di trasporto fantasiosi che costruisci con i Lego!

 

 

 

 

“La visita a santa Elisabetta”: forse un giorno ti racconterò di questa santa per la quale ho tanta simpatia…

 

 

 

 

Qualcuno sale su un albero… Ecco cosa faresti se adesso fossi nel presepe!

 

 

 

 

Una donna con le mani giunte, quanto mi riconosco in lei!

 

 

 

Una chiesetta sulle alture… Potremmo entrare, accendere una candela e recitare insieme una preghierina per la tua mamma in Cielo…

 

 

 

 

 

www.santuarioguardia.it/visita-santuario/presepi/

 

Vorrei passare tempo infinito in questo luogo, memorizzando ogni dettaglio.

 

 

Un trogolo su cui vorrei scoprire molto, come succede sempre quando incontro qualche oggetto che custodisce una storia.

 

 

Il verde mi cattura lo sguardo e la mente, mentre accolgo tutti i benefici che questo colore dona all’anima.

 

 

 

Una sensazione simile viene suggerita da certi fiori, di cui ovviamente non so il nome.

 

 

Intanto il paese inizia a mostrarsi.

 

Un reperto della comunicazione d’altri tempi sembra pronto per un museo!

 

 

Una meridiana cita versi immortali per la storia dell’emigrazione ligure… Anche il mio bambino proveniente dalla Russia Bianca aveva familiarizzato con quelle parole; che bel ricordo!

 

 

 

 

La strada mi invita a proseguire, ma la malinconia resta con me.

 

 

Vorrei bussare a questa porta che sembra essersi fermata a un lontano passato.

 

 

Un passato in cui forse qualcuno si affacciava da una finestrina incastonata nel muro di pietra.

 

Intanto il campanile continua il suo percorso, iniziato secoli fa.

 

Una lieve salita aiuta a immergersi nell’anima di questa affascinante valle ligure.

 

Che splendida porta con le manine bussatrici!

 

 

 

Una tenda con un ricamo a giorno forse è qui per ricordarmi la mamma…

 

 

 

Il campanile del paese è sempre più vicino.

 

 

 

Un cammino da esplorare in un’altra occasione…

 

 

 

…e un piccolo trogolo che testimonia un intenso passato.

 

 

 

Un antico dettaglio arricchisce le emozioni di questo giorno nell’entroterra genovese.

 

 

 

Scivolo e altalena che, in solitudine, aspettano i prossimi clienti…

 

 

 

Le tracce di un’antica finestra si insinuano nel presente…

 

 

 

…come il sepolcro della comunità di Santa Maria di Frassinello, datato 1671.

 

 

 

 

Un’altra porta a cui bussare!

 

 

 

 

Una targa mi racconta dei Padri Cappuccini che sessanta anni fa sono venuti qui a predicare…

 

 

 

…e due lapidi ricordano che le guerre hanno strappato figli a questa terra.

 

 

 

 

Sopra la porta della chiesa mi sorprende un versetto del “Cantico dei Cantici”: “Fortis ut mors dilectio”.

 

 

 

Aggrappandomi a queste parole continuo il mio cammino nel verde….

 

 

 

…andando da mio papà.

 

 

 

 

 

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